Benvenuti a bordo un romanzo che mi venne in mente di scrivere al tempo della prima tangentopoli. Lo spunto me lo diede una imbarcazione tuttora ancorata lungo il Po davanti alla vecchia sede de “La Stampa” di via Marenco. Alcuni personaggi sono a chiave. Si può giocare a riconoscerli. Il tono è ironico. La scrittura volutamente letteraria ma con la concretezza della cronaca e l’aspirazione audace di ricordare quella ineguagliabile di Piero Chiara. L’imbarcazione, si immagina, è un dragamine. Diventerà un rifugio notturno per altro genere di dragaggio. Il protagonista parte dalla sua Brindisi e sul dragamine circumnaviga l’Italia. La cosa singolare è che l’approdo sia Torino… Premio Pirandello Opera Prima.
Un assaggio Benvenuti a bordo
Inizio del primo capitolo
Era, il Ménoli, arrivato ai trent’anni come sospeso in un’attesa. L’attesa di qualche evento per sua natura del tutto eccezionale ma ordinario nei connotati esteriori: una strizzata d’occhio della sorte che lui soltanto, Arcangelo Ménoli, nato il 4 novembre 1950 in Brindisi e ivi residente, studi medi mal frequentati, famiglia modesta ma sorretta da una paterna provvidenziale pensione di invalidità, avrebbe riconosciuto.
Stava ormai addentrandosi nel trentennio e l’aspettativa durava tuttora frustrata, quando in una mattina tersa dei primi di marzo, vagando come al solito da sfaccendato e giunto al molo militare dell’avamporto, sentì la chiamata.