Il filamento del DNA è tutto arrotolato su se stesso. Un bel groviglio, se si pensa che la doppia elica ha una larghezza dell’ordine del nanometro e che il DNA umano è lungo un metro e 20 centimetri. Ora un gruppo di ricercatori ha trovato un modo per dipanarlo e distenderlo: infilarlo in un nanotubo. Ne hanno scritto Cristian Micheletti, ricercatore della SISSA, ed Enzo Orlandini, dell’Università di Padova, in uno studio pubblicato sulla rivista “Macro Letters”.
“Nel nostro studio – dicono i due ricercatori – abbiamo caratterizzato, usando tecniche si simulazione, i meccanismi che provocano l’annodamento in funzione del diametro del canale”.
Risultato? “Sotto i 50 nanometri di diametro la tendenza ad annodarsi si riduce drasticamente”. Grazie a queste osservazioni è quindi possibile disegnare canali per ottenere un filamento di DNA ben disteso e senza quei nodi che possono essere un ostacolo in molti metodi di analisi genetica.