Nati dalle stelle

Viaggio nel cosmo alla scoperta delle nostre origini. Un racconto scientifico che appassiona e affascina come il più popolare dei romanzi
Nati dalle stelle
5 novembre 1997

Nati dalle stelle

Viaggio nel cosmo alla scoperta delle nostre origini. Un racconto scientifico che appassiona e affascina come il più popolare dei romanzi

Nati dalle stelle: Viaggio nel cosmo alla scoperta delle nostre origini” è un’opera affascinante di Piero Bianucci, che esplora il legame profondo tra l’universo e l’umanità. Con uno stile coinvolgente e accessibile, l’autore ci guida in un viaggio cosmico alla scoperta delle origini della vita e dell’universo, spiegando come gli elementi che compongono il nostro corpo siano nati dalle stelle. Questo libro, ricco di scoperte scientifiche e curiosità, si legge come un avvincente romanzo, combinando rigorose spiegazioni scientifiche con un racconto affascinante e appassionante.
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A suo tempo fu in Italia il primo libro divulgativo a raccontare la scoperta dell’origine degli elementi chimici più pesanti, cioè la nucleosintesi nelle stelle e nelle esplosioni delle supernove, una delle più grandi conquiste dell’astrofisica moderna. Ma dentro c’è, sia pure in breve, tutta l’astronomia in 27 capitoletti di 7-8 pagine ciascuno.

ASSAGGIO: Nati dalle Stelle

Un uomo non può saltare sulla Luna. Benché‚ l’affermazione sembri ovvia, il fisico americano Frank J. Tipler ne ha fornito una pignola dimostrazione. Per sfuggire all’attrazione della Terra il nostro saltatore deve raggiungere la velocità di undici chilometri al secondo. Una persona di 50 chili che si muova a undici chilometri al secondo ha una energia cinetica corrispondente al consumo di 760 mila calorie. Un chilogrammo di grasso ha un valore energetico di 9000 calorie, proteine e carboidrati circa la metà. Anche se il nostro saltatore fosse fatto interamente di grasso e riuscisse a trasformarlo completamente e istantaneamente in energia cinetica, svilupperebbe soltanto 460 mila calorie. Che non gli basterebbero per saltare sulla Luna. Inoltre l’accelerazione schiaccerebbe il saltatore. Il balzo comporterebbe di raggiungere gli undici chilometri al secondo in un decimo di secondo, il che equivale a undicimila volte l’accelerazione di gravità, ma a dieci volte gli astronauti perdono già coscienza e a venti l’organismo collassa. Dunque per conquistare lo spazio è inutile spiccare salti: è evidente che la natura non ha concepito l’uomo in funzione dei viaggi spaziali. Ma dandogli l’intelligenza gli ha fornito lo strumento necessario per aggirare i suoi limiti fisici. Tant’è vero che l’uomo è già andato sulla Luna, molte navicelle hanno esplorato il sistema solare e un giorno forse avremo sonde interstellari.

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