Scopriamo le bugie in 3/10 di secondo

In 3/10 di secondo il nostro cervello capisce se l’espressione o l’atteggiamento di una persona sono coerenti con lo stato d’animo che dovrebbe esprimere o con una descrizione verbale dello stesso stato d’animo. Se non lo sono, il messaggio verbale viene subito classificato come “bugiardo”. Il cervello, infatti, confronta molto rapidamente gli input provenienti dalle aree che elaborano le espressioni facciali, la mimica e i movimenti del corpo (incluso il sistema dei neuroni specchio) e le confronta con sensazioni viscerali della nostra memoria affettiva per una verifica immediata.

Lo annuncia una ricerca coordinata dall’Università di Milano-Bicocca pubblicata il 7 marzo sulla rivista americana “PLOS ONE”. Firmano lo studio Comprehending body language and mimics: an ERP and neuroimaging study on Italian actors and viewers Alice Mado Proverbio, del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, Marta Calbi, dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, Alberto Zani, dell’Istituto di Fisiologia e bioimmagini molecolari del Cnr e Mariella Manfredi, dipartimento di Scienze Cognitive della University of California San Diego.

A trenta studenti universitari sono state fatte osservare 280 fotografie nelle quali otto attori teatrali mimavano differenti stati d’animo (guarda e scarica le foto degli attori che hanno interpretato gli stati d’animo Figura 1).

Figura 1

Durante l’osservazione delle foto, accompagnate da descrizioni verbali dell’emozione interpretata, è stata effettuata la tomografia elettromagnetica a bassa risoluzione (LORETA, low resolution electromagnetic tomography) per misurare l’attività elettromagnetica del cervello. In questo modo è stato misurato il tempo nel quale il nostro cervello riconosce l’incongruenza – 300 millisecondi – ed è stata identificata la regione del cervello nella quale avviene il riconoscimento: la corteccia orbito frontale ventromediale.

In questa regione elaboriamo i segnali, che arrivano dalla “pancia” (come ci sentiamo di fronte all’atteggiamento di chi ci sta davanti). Si tratta dei marker viscero-somatici legati ai nostri ricordi e alle nostre memorie affettive più profonde. Queste informazioni, una volta giunte nella corteccia orbito frontale ventromediale, vengono usate per prendere decisioni come, ad esempio, capire se una persona è sincera oppure no con noi.

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