Un miliardo e 700 milioni di stelle della Via Lattea, la nostra galassia, con informazioni di posizione, velocità, distanza, velocità e direzione di spostamento, proprietà fisiche. E poi 14 mila nuovi asteroidi del sistema solare e mezzo milione di quasar – galassie lontanissime la cui enorme luminosità proviene dall’energia emessa dal loro buco nero centrale supermassiccio. Queste ultime rappresentano la prima realizzazione nella banda della luce visibile del sistema di riferimento celeste per la navigazione spazio-temporale.
Una enorme banca di dati raccolti in 22 mesi dal satellite astrometrico europeo Gaia. Contribuiscono alla missione l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Agenzia Spaziale Italiana che partecipano al Data Processing and Analysis Consortium (DPAC). L’INAF vede coinvolte le sue strutture di Bologna, Catania, Firenze, Napoli, Padova, Roma, Teramo e Torino (dove risiede il management nazionale); l’ASI partecipa con lo SSDC (Space Science Data Center) e con il DPCT, il centro di processamento dati a Torino, l’unico in Italia dei sei complessivi sul territorio europeo, interamente dedicato alla validazione astrometrica e contenente tutti i dati di missione per un totale di 1,5 petabyte, cioè 1,5 milioni di gigabyte.